applicazione dell’IVA sulle commissioni pagate dalle strutture ricettive e dai locatori senza partita IVA – comunicazione di Booking.com alle strutture presenti sul portale
Booking.com ha inviato una comunicazione a tutte le strutture presenti sul portale (allegata) per annunciare che, a partire dal 1° maggio 2023, applicherà l’IVA alle strutture che non hanno fornito un numero di partita IVA, o hanno fornito un numero di partita IVA non valido per le transazioni nell'UE.
Per essere considerata valida per le transazioni nell’UE, la partita IVA deve infatti essere convalidata nel VIES (sistema per lo scambio di informazioni sull'IVA della Commissione Europea).
L’IVA, calcolata con l’aliquota del 22%, sarà versata da Booking.com alle autorità fiscali italiane, come previsto dalle normative europee.
Per le strutture che hanno fornito un numero di partita IVA valido per le transazioni UE, Booking.com continuerà a non applicare l’IVA sulle commissioni, applicando il meccanismo del cosiddetto “reverse charge”. In tal caso, infatti, l’IVA deve esser calcolata e versata dalle strutture ricettive alle autorità fiscali italiane.
Si ricorda che già nel 2016, in risposta ad un’istanza di Federalberghi, l’Agenzia delle entrate aveva chiarito che i portali di prenotazione che hanno sede in altri paesi UE sono tenuti a versare direttamente l’IVA italiana in caso di servizi di intermediazione forniti a strutture ricettive non gestite in forma imprenditoriale o a proprietari di immobili privati locati per brevi periodi (cfr. nostra circolare n. 187 del 2016).